La visitazione di Vittore Carpaccio
1novembre 24, 2008 di elettra stamboulis
Venezia, 7 maggio 2006
Animali sognanti stanno in una scenografia che ricorda Paolo Uccello, ma si distingue per la presenza di architetture che giocano tra il rinascimentale e l’orientale. Un cervo, due lepri, un fagiano (?) morto tenuto da un personaggio. L’incontro con Anna non ha calore. La Vergine volge lo sguardo come alcune comari quando si incontrano e fanno finta di baciarsi. Smack, smack…Compaiono, come nota stilistica dell’orientalista Carpaccio, uomini con enormi turbanti. Indifesi, ignari dell’evento, occupati ad importanti umani compiti. E se avessero saputo che quel bacio fugace sarebbe diventato un topos talmente rappresentato da essere quasi stucchevole, forse avrebbero posto maggiore attenzione al bacio delle donne…
Pensavo ci fosse anche un Lotto, ma non è qui. Dove sarà nascosto? La collezione della Ca d’oro era di Giorgio Franchetti.
Pranzo al “Diavolo e l’Acquasanta” vicino al consolato greco. Un posto chiuso in un vicolo umido, lontano dagli occhi e dai piedi di troppi turisti.
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