Monastero Hieronymus Belem

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novembre 26, 2008 di elettra stamboulis


2340651719_b6b07e34df9 luglio 2006

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Il monastero si presenta a noi alla fine della messa, con una folla che si alza e scambia saluti e l’organo artificialmente amplificato che si spande nella navata. Qui giacciono Camoes e Vasco De Gama. Il poeta si ispirò allo scopritore, ma è del poeta il verso che adorna la tomba dell’avventuriero. C’è un duplice legame, quindi perfetto, e simbolizzato nel luogo di sepoltura. L’uno senza l’altro non sarebbe esistito. Senza gli uomini come Vasco de Gama non ci sarebbe stata epopea. Questo tipo di poesia che abbraccia il mondo necessita di uomini che il mondo lo conquistino. In questi momenti nascono i Camoes, i Virgilio, gli Ariosto. Questa chiesa ti sovrasta. Entrando un peso di pietra del potere ecclesiale. La musica dell’organo acuisce questa sensazione, facendomi sentire immersa nella navicella spaziale di 2001 odissea nello spazio. 

A Belem ci sono le migliori pasticcerie.

Vediamo lavori contemporanei al museo che preclude la vista del monastero giungendo dall’America. E’ stato progettato da un italiano. 

Juan Munoz è sempre conciso, efficace, emotivo. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo. Sono due figure, una spinge l’altra nello specchio. 

Juliao Sarmento sembra Paperresistance ma è del 1948. Portoghese.

Gianluca progetta un’opera del suo immaginario artista Guglielmo Nero: concerto per ascelle. Starring Nikita  Lob. Download a pagamento. L’arte contemporanea lo aizza.

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