Cosa succede in Grecia: Erdogan ad Atene e bombe nella capitale e a Salonicco

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Maggio 14, 2010 di elettra stamboulis


Grande risalto viene dato dalla stampa greca e turca (ma ovviamente anche internazionale) a questo incontro che avviene pochi giorni dopo l’imponente manifestazione di protesta contro le misure governative, terminata tragicamente con la morte di tre impiegati di banca. Entrambi i leader sottolineano l’importanza del disarmo: “Meglio spendere in modo più proficui i soldi che usiamo per armarci”, dice il premier turco a Hurryet, ” mentre Zaman titola “è tempo di investire in pace e non in guerra” una lunga intervista esclusiva al premier greco Papandreou. Certo, lacrime di coccodrillo visto che è di poco meno di un mese fa l’acquisto di materiale bellico per svariati miliardi da parte dello stato ellenico, ma sembra che la cura sollecitata da Cohn Bendit all’europarlamento abbia trovato ascolto anche nei furbi premier della vicina Anatolia.

Parlare con questi toni di disinvestimento  sul piano militare in questi paesi non è affatto banale: la cultura diffusa, condivisa e popolare, anche a sinistra, è fortemente militarista e nazionalista, cresciuta con il servizio militare obbligatorio, la presenza sui confini e la costruzione di una identità nazionale che si crea per esclusione e alterità rispetto al vicino. Elaborazione del lutto parziale della disfatta micrasiatica del ’22 da parte greca: una commossa storiografia, alimentata da canzoni, racconti, romanzi, film, che puntano il dito sulla fine di un mondo dorato con l’avanzata di Attaturk, lo scambio dolorosissimo delle popolazioni che portò in una giovanissimi e poverissima Grecia un milione di profughi dall’ex impero ottomano. Non diversa la costruzione turca, vista però dall’altra parte: Attaturk il grande padre fondatore del primo stato laico a tradizione islamica avanza nel deserto riunendo i pastori dell’Anatolia e riportando unità e possibilità di sopravvivenza ad un popolo che era stato impero e che ora si ritrova confinato in un territorio limitato e in un mondo notevolmente cambiato.

Mentre i due leader si stringono le mani, in un’Atene blindata e in cui le polemiche sulla visita si sono sprecate, suonano bombe anonime. Ancora non si conosce la firma delle due esplosioni annunciate ad Atene a Korydallos, un carcere famoso per varie rivolte di detenuti, inserito in un quartiere popolare e popoloso, che sfida ogni ipotesi di capienza, e al tribunale di Salonicco. E’ presto per dire di chi siano questi ordigni: certo è che fanno sicuramente bene a chi vuole che prevalga la paura.

1 thoughts on “Cosa succede in Grecia: Erdogan ad Atene e bombe nella capitale e a Salonicco

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