Belgrado, luglio 2008

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novembre 30, 2008 di elettra stamboulis


Belgrado è polvere e ceneri di sguardi. Mi guardo attorno per cercare di capire che cosa ha affascinato gli amici che la amano più di Parigi. Mi sfugge. Non che sia brutta. Ma è come se avesse voltato per sempre le spalle alla memoria. O alla rimembranza, come direbbe Benjamin. 

Andiamo a vedere l’unica moschea esistente ancora in città nel Dorcol. Nel 2004 è stata semidistrutta, ora l’hanno restaurata. Potrebbe essere la moschea di qualsiasi sobborgo turco. Non abbiamo desiderio di entrarci. 

Nella Scandarska ci sono tavolini, gente, chiacchiere. Alberi che spargono i rami per ascoltare le discussioni. C’è sempre qualcosa che mi sfugge. Anche lo sguardo delle persone ha qualcosa per me di intraducibile. Forse è lo sguardo della sconfitta o dell’asfissia di un Paese che ogni due anni diventa sempre più stretto. Ora ha perso il mare e guarda con ansia le sponde del Danubio. L’asfissia dei confini deve in qualche modo colpire tutti, anche coloro che mai hanno creduto nella Grande Serbia. E’ semplicemente che prima abitavi in una villa e ora sei in un monolocale. Per fare il bagno devi chiedere il permesso al vicino di casa. 

File di fronte all’ambasciata francese, file davanti all’ambasciata austriaca, file davanti al consolato sloveno. Deserto davanti all’ambasciata macedone. La bandiera davanti all’ambasciata deserta somiglia a quella giapponese, non l’avevo mai vista. 

Vuk ormai anziano

Per caso ci imbattiamo nel museo di Vuk e Dositej. E’ ospitato in una rara casa ottomana. Sono i fondatori della lingua serba. Vuk era allievo di Dositej, viaggiatore, amante delle lingue, borghese. Ha dimostrato che la lingua serba poteva diventare letteratura. Il suo allievo Vuk (volpe!) era figlio di contadini ed analfabeta. La storia della sua nominazione è singolare: lo chiamarono Vuk, cioè volpe, perchè tutti i bimbi nati prima di lui morivano da piccoli. Così i genitori scelsero questo nome perché il diavolo teme questo animale nella tradizione folclorica. L’uomo volpe crebbe, riuscì a studiare, arrivò fino all’università di Vienna, raccolse i poemi, le canzoni e le favole tradizionali del proprio paese. Ebbe rapporti con Goethe e Jacob Grimm. Ma era anche un uomo molto realista, non dimenticava la dura terra da cui proveniva, in cui il diavolo si prendeva i bambini con tanta facilità. Non fu per niente tenere con il suo popolo, malgrado raccogliesse con tanta dedizione le loro parole, ne descrisse più i vizi che le virtù. Mise a punto l’alfabeto serbo, “il più semplice del mondo” perché per ogni suono c’è una lettera. Ma il diavolo non si dimenticò di lui. Ebbe circa dieci figli, ma ne sopravvisse solo una, Mina. 

Un appunto visivo disegnato da Gianluca in Channeldraw

http://www.channeldraw.com/cc_images/cache_693211310.jpg?t=1217577830

5 thoughts on “Belgrado, luglio 2008

  1. morpheus ha detto:

    Non so nemmeno bene chi tu sia, quando mi trovo nella “buca delle lettere” l’annuncio che anche tu, ebbene sì, hai un blog. Ora, se c’è una cosa al mondo che non mi interessa, sono i blog – tranne qualche selezionatissima eccezione, vedi Beppe Grillo e poc’altro. Ma, come sempre faccio, clicco sul link, forse per sentirmi in pace con la mia coscienza (tipo: “mi ha mandato un link, peraltro non richiesto, io lo clicco e me lo dimentico 3 secondi dopo, e siamo pari”).
    Clicco e ci resto su mezz’ora.
    Un Blog Che Mi Dice Delle Cose.
    Non so neppure io perché, certamente non per interessi comuni, ma forse per un “sentire” che mi par di riconoscere…
    Insomma, il tuo blog, mi parla, l’ho messo nella cartella dei “preferiti”.
    …e, tranquilla, io non ho proprio nessun blog – dio me ne scampi! – quindi non dovrai aggiungere nessun link 🙂
    Un saluto e magari ci si risente.
    “morpheus” (che ovviamente è solo un nick)

  2. Elettra ha detto:

    Beh Morpheus, se il tuo nick ha a che fare con il desiderio di sonno, sonnolenza o intontimento da quello che mi scrivi non mi sembra che siano le tue caratteristiche. O c’è altro? Non so se è un blog che dice delle cose, sicuramente è un appendiabiti per tutti i quaderni che disordinatamente mi porto dietro. Per evitare la macerazione di tutto, ecco. Anche io non sono un’appassionata di blog, ma allo stesso tempo per una semi analfabeta come me della rete avere l’opportunita’ di costruire un cantuccio da sola non mi sembra male. Quando cambi idea, fammi sapere

  3. Lina ha detto:

    ciao !!
    e tu da dove salti fuori ???
    è un piacevole incontro !!!
    mi ha dato il tuo link un amico dicendomi che qui avrei trovato dei fumetti, ma non li vedo !!
    vedo invece la mia amatissima beograd
    ci sei stata in vacanza ?
    lina
    http://balkan-crew.blogspot.com/

  4. elettrastamboulis ha detto:

    Per il momento infatti niente fumetti. Ma piano piano ci saranno. A Belgrado sono stata diverse volte, mai in vera vacanza, sempre per viaggi legati al fumetto. Sono sempre andata a Pancevo dall’amico Zograf e poi da lì a Belgrado. Ho pubblicato anche un reportage a fumetti con Gianluca Costantini su un viaggio a Pancevo nel 2005 lo puoi vedere qui http://gianlucacostantini.jimdo.com/image/fumetti/2005/
    era pubblicato su inguine n. 5
    Ho visto che sei interessata ai fumettisti dei Balcani: noi li seguiamo da molti anni, abbiamo anche pubblicato un catalogo recente con autori italiani, bosniaci e serbi (in doppia lingua) qui trovi tutte le info sul progetto http://balcomics.jimdo.com/

    a presto!!! Ah, io sono balcanica, perchè sono greca e anche se gli europei se lo dimenticano, i greci si sentono molto balcanici.

  5. Lina ha detto:

    ma dai.. sei greca..
    ke bello !!!
    allora ti aspettiamo per un post su balkan-crew nella sezione ospiti..
    ci faresti veramente un bellissimo regalo !!!
    non so’ se sei cattolica o ortodossa o forse non sei ne cattolica ne ortodossa, ma ti faccio ugualmente gli auguri..
    lina

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